La storia di Roberta
Mi chiamo Roberta, sono di Crema, ho 35 anni e da otto pratico il buddismo. Ho iniziato per superare una sofferenza con l’obiettivo di sentirmi libera.
Libertà è una parola che per ciascuno ha un significato diverso: può voler dire indipendenza economica, esprimersi per ciò che si è oppure avere del tempo a disposizione. Tuttavia la pratica buddista scava più nel profondo, assicurandoci la libertà di scegliere i nostri pensieri e le nostre azioni a prescindere dalle circostanze in cui viviamo, e spiega che la causa della sofferenza è l’oscurità fondamentale, ovvero l’incapacità di credere nella natura di Budda innata nella nostra vita.
Nel 2016 ero un tecnico di laboratorio biomedico e passavo quasi tutto il mio tempo nei sotterranei degli ospedali; solitudine, sacrificio e sminuimento del proprio valore erano le sofferenze che provavo in quel periodo. Decidendo di lottare per trasformare questa condizione interiore, riuscii a vincere un concorso per quello stesso lavoro che, pur non piacendomi, mi consentiva sia di mantenermi, sia di frequentare l’Università di Biologia. Il mio obiettivo era diventare un’insegnante, uscire dal mondo nevrotico dei turni ospedalieri e godere dei rapporti umani.
Sono stati anni di lotte che ho portato avanti grazie alla pratica buddista, alle parole del mio maestro Daisaku Ikeda e ai compagni e compagne di fede. Ma all’ultimo anno di università, nonostante stessi raggiungendo i miei traguardi, mi sentivo insoddisfatta e frustrata. Decisi quindi di percepire profondamente il valore della mia vita, recitando Nam-myoho-renge-kyo tre ore al giorno. Fu così che, dopo soli sei giorni, scoprii l’arte di strada. Mi accorsi che fino ad allora avevo misurato tutto con il metro sbagliato. Mi innamorai della giocoleria e della mia vita, che iniziò a riempirsi di arte, condivisione, natura e viaggi.
In poco tempo, però, questa semplice passione si trasformò in ossessione. Pensavo che se mi fossi realizzata nella vita professionale tutti mi avrebbero amata, e così mi sono impegnata al massimo per diventare brava! Ma alla fine, quando si spegnevano i riflettori, non mi sentivo libera: dipendevo dagli applausi e dal tendone, quando non facevo ciò che amavo sentivo che la mia vita non aveva valore. Nonostante gli ottimi risultati, mi sono ritrovata a vivere in condizioni poco dignitose e lontano da casa, una situazione simile a quella di partenza. Ma Nichiren Daishonin scrive:
Si verifica sempre qualcosa fuori dal comune all’alzarsi e all’abbassarsi delle maree. […] Lo stesso avviene quando una persona comune consegue la Buddità. In quel momento i tre ostacoli e i quattro demoni invariabilmente appariranno: il saggio si rallegrerà, mentre lo stolto indietreggerà.
Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, IBISG, vol. 1, pag. 568
Quando lo capii, decisi di essere un’artista ma non a tutti i costi, e che mai più avrei sminuito il mio valore. Così tornai a Crema con la determinazione di trasformare la mia vita lì dov’ero, senza più scappare. Infatti mia sorella mi ha sostenuta dandomi in affitto la sua casa, e ho trovato subito lavoro come insegnante, il mio obiettivo originale. Penso che la vera vittoria sia stata avere la forza di proteggere la mia determinazione, riuscendo ad allenare la mia fede in mezzo alle difficoltà.
Grazie al lavoro da insegnante ho compreso quanto sia sterile l’ego artistico fine a se stesso e quanto arricchente sia invece donare, condividere, accudire e crescere. Mi sono accorta di quanto l’amore non fosse mai esistito nella mia vita poiché per prima non lo provavo per me stessa. Ma soprattutto, ho costruito una vita fatta di quotidianità, dove le relazioni crescono perché sono innaffiate costantemente nel tempo, senza cercare la felicità altrove quando le cose non vanno come le immaginavo. Ho capito che avere fede è stare dentro alle difficoltà e lottare per trasformarle. Daisaku Ikeda infatti afferma:
Una vera vittoria non si ottiene se si vacilla continuamente fra la speranza e la paura di ciò che ci attende in futuro. Il Buddismo è ragione. Solo se affrontiamo la vita con un stato vitale limpido e sereno possiamo far emergere da dentro di noi le meravigliose funzioni della vita che ci indirizzano verso la vittoria.
Buddismo e Società n. 146, Imparare dal Gosho: L’eroe del mondo
Decidendo di vincere senza accontentarmi, hanno iniziato ad arrivare anche i primi lavori come performer freelance, grazie ai quali ho potuto partecipare a una convention di giocoleria. In quella circostanza, ho riscoperto la gioia che provai all’inizio del mio percorso artistico grazie al Circo Sociale, uno strumento usato per recuperare bambini dalla strada e per portare messaggi di pace, rispetto e lotta alle ingiustizie.
Questo mi ha fatto percepire la mia missione: ricordare a ogni essere umano che ciascuno di noi è nato libero, senza neanche i vestiti addosso. In ogni situazione c’è sempre la possibilità di scegliere. Quello che scelgo io, oggi, è di trasmettere attraverso la mia vita che tutti possiamo essere liberi, che tutti possiamo trovare il nostro canale espressivo, come io ho trovato il mio.