L’umanità nell’educazione: saggezza, creatività e prospettiva internazionale

  • Autore dell'articolo: Chiara De Mastro e Grazia Berrone
Dal Libro "La luce dell'apprendimento" di Daisaku Ikeda
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Cosa significa riportare l’umanità nell’educazione? Perché è così importante?

Il mondo di oggi scorre rapido, ci travolge e spesso ci spinge ad una competizione negativa il cui obiettivo è prevalere sugli altri. Daisaku Ikeda si oppone a questa tendenza e suggerisce che non dobbiamo mai dimenticare la cura e l’attenzione per la vita di ogni singola persona, ovvero sottolinea l’importanza di coltivare un approccio umanistico1.
Sviluppare la piena consapevolezza che il potere dell’educazione determinerà il domani è il messaggio che lascia nel libro “La luce dell’apprendimento”.

Daisaku Ikeda definisce il suo approccio “educazione umana”, un’educazione che aiuta gli individui a sviluppare appieno la propria umanità2. Come per il Buddismo lo scopo è quello di risvegliare in noi la consapevolezza della preziosità, della dignità e del potenziale illimitato che esiste nella nostra vita e in quella degli altri, lo stesso vale per l’educazione. Sono due facce della stessa medaglia. Non è forse vero che diventiamo davvero umani solo quando compiamo sforzi tenaci per vivere come esseri umani?3 Nascere esseri umani non ci rende automaticamente tali, perciò l’educazione umana di cui parla Ikeda svolge un ruolo cruciale in questa direzione. 

Coltivando la nostra umanità e riconoscendola in ciascuna persona perseguiamo anche la nostra felicità. Se le persone sono educate ad agire in modo efficace solo per interessi politici o economici raggiungeranno una felicità illusoria e vivranno vite in cui non creeranno valore4

Lungo le pagine del libro, Ikeda parla della sua aspirazione: la creazione di un quarto potere dello stato, quello dell’educazione che, indipendente dagli attuali poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), potrebbe curare i mali e le distorsioni creati da un’educazione dominata dalla politica5. Suggerisce inoltre, a seguito di un’attenta riflessione, quali dovrebbero essere i princìpi fondamentali per guidare le riforme educative: la totalità della saggezza, la creatività e l’internazionalismo.

Totalità della saggezza

Per totalità si intende interdipendenza. Nessuno esiste in isolamento, siamo tutte e tutti, profondamente connessi e ciò ci lega alla totalità della vita6: noi esseri umani – il microcosmo – siamo collegati con l’intero universo, il macrocosmo.
Fin dai tempi più remoti, la percezione di questo collegamento invisibile tra tutti i fenomeni è stata considerata una forma di saggezza, mentre la civiltà moderna ha spesso ignorato questo aspetto lasciando spazio alla frammentazione7 della realtà”8. Non solo ci troviamo sempre più soli, vivendo sentimenti di precarietà e di impotenza, ma prevale anche una visione del mondo disgregata derivante da un’educazione che non collega tra loro i concetti ma ce li offre come privi di relazione e, di conseguenza, meno spendibili per apportare dei cambiamenti nelle nostre vite e nell’ambiente che ci circonda.

A questo proposito Ikeda sostiene la necessità di coltivare il senso di appartenenza all’umanità nella sua interezza9 e, opponendosi all’obbligo di un’educazione religiosa10 nelle scuole, afferma l’importanza, piuttosto, di trasmettere e percepire l’interdipendenza di ogni cosa e approfondire cos’è che consente agli individui di crescere a livello personale, contribuendo al benessere della società. La ricerca di conoscenza è stata la grande forza trainante per la crescita della scienza moderna ma riflettendo, per esempio, sul risultato della proliferazione delle armi nucleari, possiamo affermare che è importante sviluppare una responsabilità sociale e chiedersi sempre che legame ha il nostro sapere con il destino dell’umanità. 

Educatori e studenti, se faranno sforzi coscienti in questa direzione, svilupperanno capacità per superare le lacune che si possono riscontrare all’interno del sistema educativo e percepire l’autentico legame tra la propria vita e il destino di tutto il genere umano11. 

Creatività

Il secondo principio, quello della creatività, è il tratto distintivo del nostro “essere umani”. Siamo infatti in grado di poter creare dinamicamente nuovo valore ogni giorno, e da ciò fiorisce anche l’individualità di ogni persona, che è unica nel suo essere. “La vitalità creativa sgorga come una sorgente in risposta agli scambi spirituali, talvolta severi, talvolta calorosi, tra esseri umani che si fidano gli uni degli altri, senza celare secondi fini”12. La creatività va quindi coltivata da dentro. Ogni persona è unica e preziosa e ha una potenzialità unica. Curare questa consapevolezza, nutrire la creatività e superare le proprie rigidità, permette lo sbocciare della personalità.

“In alcune parti del Giappone l’educazione dei bambini è chiamata Koyarai, che significa permettere al bambino di stare in piedi da solo davanti al genitore o all’educatore che lo spinge da dietro”13. Ikeda afferma che la tendenza educativa moderna è piuttosto quella di porsi davanti al bambino per cercare di trascinarlo con sé. Sono essenziali invece coraggio, costanza e affetto nel riconoscere che ognuno ha la propria unica missione, ovvero che l’esistenza di ogni persona ha una motivazione intrinseca e diversa da quelle di altri, e occorre dunque sviluppare piena fiducia nel loro potenziale, fin da piccoli14. 

Ikeda ci invita a passare da un‘educazione – termine scritto con i caratteri 教育 (kyoiku) – il primo dei quali significa “insegnare” e il secondo “far crescere”, che suggerisce la subordinazione dello studente verso l’insegnante; all’omofono 共育 (kyoiku), con i caratteri che significano “insieme” e “crescere” sottolineando la crescita e il sostegno reciproci. Consapevoli ognuno della propria unicità e che la crescita di ogni singola persona influenza inevitabilmente chi la circonda, insegnante e allievo, così come adulti e giovani, possono “crescere reciprocamente” e incoraggiarsi a vicenda ognuno con le proprie peculiarità15.

Prospettiva internazionale

Infine, Ikeda parla di internazionalizzazione. Vivere in un mondo globalizzato comporta la responsabilità di conoscere tanto la propria cultura quanto quelle altrui. Non è sufficiente, dice, studiare lingue diverse o le dinamiche politiche ed economiche di altri Paesi. Gli scambi culturali rappresentano una grande forza se, come a livello individuale, ciascun Paese cresce forte e indipendente ma rispettando l’unicità e la dignità degli altri.

“Il potere economico e quello militare possono nutrire l’arroganza, ma non la sicurezza in sé, la quale può essere rafforzata solo dalla cultura”16. In questo senso, l’educazione deve andare nella direzione di aprire le menti e i cuori a ciò che è altro da noi, che per quanto ci appare distante e irraggiungibile, può arricchire la nostra formazione come esseri umani. Soltanto in questo modo facciamo sbocciare armoniosi dialoghi di pace. Josei Toda chiamò questa visione “nazionalismo globale” e Ikeda, da fedele discepolo, concretizzò tale concetto, tra le altre cose, anche nel “Toda Institute for Global Peace and Policy Research”. L’Istituto Toda ha l’obiettivo di creare uno spazio aperto alle interazioni tra cittadini globali in cui possa fiorire il dialogo, il rispetto per la vita, la comprensione e la cooperazione17

La totalità della saggezza, la creatività e l’internazionalizzazione rappresentano tre proposte di riflessione che, se accolte, possono aprire nuovi orizzonti per vivere e costruire un ambiente educativo di valore per le generazioni future. 

La tua unicità può contribuire ad un mondo migliore. Provaci!

NOTE:
1 Un approccio basato sul rispetto per la dignità della vita, il cui obiettivo è quello della felicità degli esseri umani riconoscendo in ognuno e ognuna un infinito potenziale, vedi anche L’umanesimo buddista – Il Nuovo Rinascimento.
2 cfr. Ikeda D., La luce dell’apprendimento, Esperia, Milano, 2023, p. VII.
3  cfr. Ikeda D., La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, Milano, 2019, vol. II, pag.293
4  Nella tradizione buddista della Soka Gakkai, il concetto di valore non è misurabile in termini materiali e di carattere puramente economico; creare valore, in questo contesto, indica piuttosto la possibilità di modellare la realtà a noi circostante, affinché ciò che ne risulti sia di particolare beneficio per noi e per gli altri, concorrendo alla felicità di tutti. Si può intendere come qualcosa che fa avanzare, piuttosto che impedire, la condizione umana.
5  Ibidem.
6 Esho-funi – perché l’ambiente in cui ci troviamo è una grande opportunità • Il Volo Continuo
7 Considerare tutto ciò che viene appreso o vissuto come separato dal resto. Percepire quindi ogni cosa come a sé stante e non interconnessa ad altre conoscenze o fattori.  
8 Ikeda D., La luce dell’apprendimento, Esperia, Milano, 2023, p.89.
9 Ikeda D., La luce dell’apprendimento, Esperia, Milano, 2023, p. VIII.
10 In diversi scritti Ikeda afferma di opporsi ad un’educazione religiosa obbligatoria, avendone sperimentato in prima persona le conseguenze prima e durante la Seconda guerra mondiale. Afferma questo in quanto non sostiene il proselitismo o l’insegnamento di una religione “d’obbligo” per interesse nazionale o politico.
11 cfr. Ikeda D., La luce dell’apprendimento, Esperia, Milano, 2023, p.91.
12 Ikeda D., La luce dell’apprendimento, Esperia, Milano, 2023, p.92.
13  Ibidem, p.93
14  Ibidem, p.94
15 Ibidem, p. IX
16 Ibidem, p. 97
17L’istituto contribuisce al Dialogo delle Civiltà per la Cittadinanza Globale per consentire la fioritura e la prosperità dell’umanità e di tutti gli esseri viventi in questa era di cambiamento globale e flusso sempre più accelerato” vedi Verso un mondo libero dalla miseria | Soka Gakkai (globale) (sokaglobal.org)