Tutti noi desideriamo qualcosa. Alcuni desideri possono essere relativi al benessere nostro o di qualcuno che amiamo. Altri, invece, potrebbero riguardare un’esigenza materiale, oppure essere guidati dal semplice egoismo di volere a tutti i costi quel qualcosa. Qualunque sia la situazione tra quelle sopra elencate, il principio è lo stesso per tutte: Le illusioni e i desideri sono illuminazione.
Che cosa significa?
Con illusioni e desideri si intendono tutte le cose che desideriamo, ma anche quelle di cui vorremmo liberarci. Sono tutti gli aspetti della nostra vita che ci fanno soffrire sia fisicamente che mentalmente.
Desiderare ardentemente qualcosa, al di là di quale sia quel qualcosa, genera spesso un senso di sofferenza. Difatti, è convinzione comune che una persona totalmente dominata dai desideri e dagli istinti non sarebbe mai in grado di costruire un’identità forte e libera, ma sarebbe, invece, costantemente in balìa delle circostanze mutevoli della sua vita. Per questa ragione spesso si pensa che, per poter vivere una vita davvero felice, l’unica soluzione possibile sia l’annullamento dei nostri desideri materiali.
A questo proposito, il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna che
solo bruciando la legna delle illusioni e dei desideri potremo ottenere la fiamma della felicità. Ed è attraverso il daimoku che noi bruciamo la legna delle illusioni e dei desideri.
Daisaku Ikeda, Preghiera e Azione, p. 17
In altre parole, solamente esprimendo con sincerità i nostri desideri e recitando Nam myoho renge kyo con la determinazione di realizzarli, potremo trasformarli in opportunità per creare valore. E questo vale con tutti i nostri desideri. La nostra vita è piena di desideri e illusioni ma, quando recitiamo Nam-myoho-renge- kyo, possiamo illuminarli tutti.
Ma non è poco buddista recitare per realizzare i propri desideri?
Il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna che nella vita di ognuno di noi è presente l’oscurità fondamentale, ovvero la fonte di tutte le nostre sofferenze e infelicità. L’oscurità fondamentale rappresenta l’illusione più profonda, la più difficile da riconoscere, che
Appare nella nostra esistenza in vari modi, ad esempio quando sminuiamo noi stessi, quando pensiamo in modo egoistico solo al nostro interesse o ci convinciamo di non riuscire in qualcosa a prescindere da quanto duramente ci sforziamo.
Le fondamenta della felicità, Esperia, 2022, pag. 5
Il Buddismo sottolinea che questa stessa oscurità non va ignorata o repressa, al contrario, va illuminata con la recitazione di Nam myoho renge kyo, perché “recitando daimoku, tutti i problemi e le sofferenze si convertono in energia per la felicità, in combustibile per avanzare.”1
I nostri desideri, qualunque essi siano, vengono proprio da lì, da questa oscurità. Da questa prospettiva, appare chiaro che non è affatto necessario sopprimerli, bensì, è proprio recitando Nam-myoho-renge-kyo che possiamo realizzarli tutti senza, però, esserne dominati.
Recitando daimoku innalziamo il nostro stato vitale e, così facendo, possiamo utilizzare i nostri problemi e i nostri desideri come espediente per crescere e svilupparci come esseri umani. Se, al contrario, diamo libero sfogo ad essi senza averli prima orientati sulla base di uno stato vitale elevato, saranno solo un pesante fardello che finirà col causarci angoscia e frustrazione. Le illusioni e i desideri, se canalizzati correttamente, possono nutrire la nostra vita e diventare l’espediente per crescere come esseri umani. A quel punto, anche il desiderio più terreno acquisisce un valore più grande: quello della comprensione che qualunque illusione o sofferenza non arriva mai per farci soffrire, ma per permetterci di sperimentare la nostra natura di Budda.
Dal momento che siamo esseri umani e nutriamo desideri, perché non utilizzarli come mezzo per arrivare più lontano?
Recitando con naturalezza, senza finzioni e riserve, per ciò che desideriamo di più, si sviluppa gradualmente una condizione vitale elevata e questa sì che è in grado di contenere moltissime altre motivazioni, anche le più nobili.
Quando crediamo di non farcela a realizzare i nostri obiettivi significa che siamo illusi, che siamo sopraffatti dalla nostra oscurità. E come possiamo vincere sulla nostra oscurità fondamentale? Avendo fede nella Legge mistica, cioè in Nam-myoho-renge-kyo. Semplicemente recitando Nam-myoho-renge-kyo possiamo illuminare la nostra vita, proprio come il sole illumina tutto ciò che lo circonda. Il nostro super potere per sconfiggere l’oscurità inerente alla nostra vita non è altro che la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo.
Canalizzando i nostri desideri in direzione della nostra personale crescita come esseri umani, e verso qualcosa di più grande, qualunque sia la preghiera “di un praticante del Sutra del Loto [otterrà risposta] come l’eco risponde al suono, come l’ombra accompagna il corpo, come la luna si riflette sull’acqua limpida”2.
NOTE
1- Daisaku Ikeda, Preghiera e azione, Esperia, 2014, pag. 17;
2- Raccolta degli Scritti di Nichiren Daishonin, Sulle preghiere, IBISG, 2019, p. 302;