È arrivato febbraio!
Questo mese festeggiamo la nascita di Nichiren Daishonin (16) e del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda (11).
Nella tradizione della Soka Gakkai, febbraio è il mese dello shakubuku. Nel febbraio del 1952 il giovane Ikeda, come discepolo di Toda, stava portando avanti una campagna di propagazione nel capitolo Kamata.
Questa campagna portò un risultato senza precedenti e fu la forza propulsiva per l’espansione della Soka Gakkai in tutto il Giappone.
A febbraio di tre anni fa mi trovavo in Giappone, stavo studiando a Tokyo e avevo problemi economici. Ogni giorno mi svegliavo pensando: “Oggi ho meno soldi di ieri”. Ero partita per il Giappone con la profonda decisione di scardinare tutte le mie paure, prima fra tutte, quello del mondo lavorativo. Non mi sentivo capace, né una persona di talento che poteva contribuire al miglioramento della società: chi mai mi avrebbe assunta?
Recitavo molte ore di Daimoku e parlavo di Buddismo a tutti i miei amici. Volevo dissipare le nubi dell’oscurità in tutti i modi, ma sentivo tanta paura di confrontarmi con un mondo nuovo e con il rischio di un’umiliazione. Scorrevo gli annunci di lavoro paralizzata dalla paura che in me avrebbero visto solo una ragazza imbranata e incapace.
Parlai ad un amico di Buddismo, ma questi reagì in modo molto secco dicendomi che non era assolutamente interessato e che non avevo alcun diritto di parlargliene. Ritornando a casa mi resi conto che nonostante avessi “fallito”… ero sopravvissuta! Che importa “fallire”, se riesco a rialzarmi? Che cosa mai poteva farmi quindi, un colloquio di lavoro?
Il punto di svolta determinante fu leggere un saggio del presidente Ikeda, in cui racconta come fosse riuscito nell’impresa di Kamata:
“Intrapresi la Campagna di febbraio del 1952 con il profondo desiderio di ripagare il mio debito di gratitudine al presidente Toda e di condividere come discepolo la battaglia del mio maestro. […] Quel desiderio, quella determinazione, mi permisero di superare i miei limiti e svolgere azioni pratiche che portarono a una svolta nelle nostre attività per aumentare lo slancio della propagazione.”
Buddismo e società, 187, p. 53
Leggere queste parole fu come un’ondata di speranza e consapevolezza: l’unica cosa che dovevo fare, la cosa da cui partire, era decidere sinceramente di ripagare il debito di gratitudine al mio maestro.
“Una persona che sa ripagare i debiti di gratitudine è sempre gioiosa, serena, ed è capace di vincere in qualsiasi situazione.”1
Non importava sentirmi capace o meno, la cosa fondamentale era “affrontare a pieno petto” la mia grande paura con il desiderio di realizzare kosen rufu attraverso la mia unica missione, che per me è quella di trasmettere il cuore di Sensei al mondo intero. La mia missione era più importante del mio ego!
Presentarmi al colloquio di lavoro fu quasi uno sforzo fisico, ero nervosa, tremante e imbarazzata; eppure il mio capo vide qualcosa in me e mi assunse all’istante.
Il profondo desiderio di ripagare il debito di gratitudine nei confronti del proprio maestro permette di superare i nostri limiti, agire concretamente e sostanzialmente, vincere su se stessi.
Il 14 febbraio si terrà la riunione nazionale online Donne e Giovani donne, per celebrare insieme il 70esimo anniversario della fondazione del Gruppo Donne (10/6/1951) e del Gruppo Giovani Donne (19/7/1951).
Insieme, ci stiamo impegnando nel perseguire gli obiettivi di Daimoku (100 minuti al giorno) e dello studio del capitolo IV del volume 30 de La Nuova Rivoluzione Umana, coltivando 10 legami di amicizia o farne di nuovi e determinando che un nostro shakubuku inizi a recitare Daimoku entro il 14 febbraio.
Nel saggio “Niente è più potente della sincerità” pubblicato sul NR 691, Sensei cita il Gosho Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine in cui il Daishonin incoraggia il giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, che all’epoca aveva diciassette anni. Approfondendo questo scritto Sensei afferma: “L’amicizia dipende da voi, non dall’altra persona. Siate semplicemente voi stessi e trattate gli altri con sincerità e rispetto in ogni momento.”2
Il presidente Ikeda all’inizio di novembre ha inviato un messaggio pieno di significato incoraggiandoci a sviluppare un “grande cuore”, “un cuore o uno stato vitale vasto, che abbraccia ogni cosa”3.
Mi sono soffermata a leggere questo messaggio più e più volte, notando come Sensei abbia esordito citando le parole del presidente Toda: «Incontrare e trovarsi a vivere in un tempo propizio, ed essere a ritmo con questo tempo, ci fa sentire che vale la pena essere nati»4.
Nella spiegazione del Gosho La scelta del tempo, Sensei scrive: “il tempo non è meramente una condizione oggettiva: esso è plasmato essenzialmente da una forte volontà. […] una buona epoca si crea con la volontà di lottare e vincere, un giorno dopo l’altro, con assiduità e fermezza, indipendentemente dal fatto che qualcuno veda o meno i nostri sforzi. Toda disse:
Dovremmo concentrarci sugli sforzi di far crescere nuovi membri sinceri e poi farne crescere altri e altri ancora». In tal senso il tempo giusto non è qualcosa che dobbiamo aspettare, ma qualcosa che noi stessi determiniamo. […] Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno, disse: «Io, Nichiren, consapevole dell’epoca in cui viviamo, desidero adesso propagare ampiamente questa dottrina [delle Tre grandi Leggi segrete (cioè Nam-myoho-renge-kyo)]».
Buddismo e società, 143, p. 61
Quale mese migliore per portare avanti questi obiettivi!
NOTE E APPROFONDIMENTI
- D. Ikeda, Giorno per giorno, 27 gennaio, Ed. Esperia
- Il Nuovo Rinascimento, 691, p. 13
- Il Nuovo Rinascimento, 685, p. 7
- Ibidem